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Via Francigena

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Via Francegena


Muovi il primo passo sulla via per Roma. Non importa da dove parti, né conta essere grandi atleti. La Via Francigena è per tutti, ed è l’itinerario storico che dal nord dell’Europa portava alla città eterna. Mettiti in cammino e segui le orme dei pellegrini che già prima dell’anno Mille scendevano la penisola. Venivano dalle isole britanniche, dal Regno dei Franchi, dalle più lontane regioni dell’Impero. Passavano le Alpi al colle del Gran San Bernardo: attraverso il solco della val d’Aosta, si spalancavano per loro le porte del Bel Paese con le città cariche di storia e di arte.

Segui i segnavia che dalla cattedrale di Canterbury attraversano, sulla Pilgrim’s Way, la campagna inglese fino alle scogliere di Dover.

Oltre il canale della Manica la Via si inoltra nel dolce paesaggio della Piccardia e dello Champagne, territorio punteggiato di antiche città: fermati a Reims, con la sua cattedrale, e all’abbazia di Clairvaux. Poi si entra nella Via Francigena in Svizzera, da Sainte-Croix a Vuiteboeuf, per poi seguire la placida Venoge fino al Lac Léman.

 


LA STORIA


Nell’Alto Medioevo, attorno al VII secolo, i Longobardi contendevano il territorio italiano ai Bizantini. L’esigenza strategica di collegare il Regno di Pavia e i ducati meridionali tramite una via sufficientemente sicura portò alla scelta di un itinerario sino ad allora considerato minore, che valicava l’Appennino in corrispondenza dell’attuale Passo della Cisa, e dopo la Valle del Magra si allontanava dalla costa in direzione di Lucca. Da qui, per non avvicinarsi troppo alle zone in mano bizantina, il percorso proseguiva per la Valle dell’Elsa per arrivare a Siena, e quindi attraverso le valli d 'Arbia e d’Orcia, raggiungere la Val di Paglia e il territorio laziale, dove il tracciato si immetteva nell’antica Via Cassia che conduceva a Roma. Il percorso, che prese il nome di “Via di Monte Bardone”, dall’antico nome del Passo della Cisa, Mons Langobardorum, non era una vera e propria strada nel senso romano né tanto meno nel senso moderno del termine. Infatti, dopo la caduta dell'impero, le antiche tratte consolari caddero in disuso, e tranne pochi fortunati casi finirono in rovina, “rupte”, tant’è che risale a quell’epoca l’uso della parola "rotta"per definire la direzione da prendere.

L’area di strada
I selciati romani lasciarono gradualmente il posto a fasci di sentieri, tracce, piste battute dal passaggio dei viandanti, che in genere si allargavano sul territorio per convergere in corrispondenza delle mansioni (centri abitati od ospitali dove si trovava alloggio per la notte), o presso alcuni passaggi obbligati come valichi o guadi. Più che di strade si trattava, quindi, di “aree di strada”, il cui percorso variava per cause naturali (straripamenti, frane), per modifiche dei confini dei territori attraversati e la conseguente richiesta di gabelle, per la presenza di briganti. Il fondo veniva lastricato solo in corrispondenza degli attraversamenti dei centri abitati, mentre nei tratti di collegamento prevaleva la terra battuta.
Appare, quindi, chiaro che la ricostruzione del “vero” tracciato della Via Francigena sarebbe oggi un’impresa impossibile, poiché questo non è mai esistito: ha invece senso ritrovare le principali mansioni e i principali luoghi toccati dai viandanti lungo la Via.

Nasce la Via Francigena
Quando la dominazione Longobarda lasciò il posto a quella dei Franchi, anche la Via di Monte Bardone cambiò il nome in Via Francigena, ovvero “strada originata dalla Francia”, nome quest’ultimo che oltre all’attuale territorio francese comprendeva la Valle del Reno e i Paesi Bassi.
In quel periodo crebbe anche il traffico lungo la Via che si affermò come il principale asse di collegamento tra nord e sud dell’Europa, lungo il quale transitavano mercanti, eserciti, pellegrini

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IL PELLEGRINAGGIO NEL TEMPO


Tra la fine del primo millennio e l’inizio del secondo, la pratica del pellegrinaggio assunse un’importanza crescente. I luoghi santi della Cristianità erano Gerusalemme, Santiago de Compostella e Roma, e la Via Francigena rappresentò lo snodo centrale delle grandi vie della fede. Infatti, i pellegrini provenienti dal nord percorrevano la Via per dirigersi a Roma, ed eventualmente proseguire lungo la Via Appia verso i porti pugliesi, dove s’imbarcavano verso la Terrasanta. Viceversa i pellegrini italiani diretti a Santiago la percorrevano verso nord, per arrivare a Luni, dove s’imbarcavano verso i porti francesi, o per proseguire verso il Moncenisio e quindi immettersi sulla Via Tolosana, che conduceva verso la Spagna. Il pellegrinaggio divenne presto un fenomeno di massa, e ciò esaltò il ruolo della Via Francigena che divenne un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale che caratterizzò l’Europa nel Medioevo.

Le fonti itinerarie
È soprattutto grazie ai diari di viaggio, e in particolare agli appunti di un illustre pellegrino, Sigerico, che possiamo ricostruire l’antico percorso della Francigena. Nel 990, dopo essere stato ordinato Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV, l’Abate tornò a casa annotando su due pagine manoscritte le 80 mansioni in cui si fermò a pernottare. Il diario di Sigerico viene tuttora considerato la fonte itineraria più autorevole, tanto che spesso si parla di “Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico” per definire la versione più “filologica” del percorso.

Crescita e decadenza della Via Francigena
L’uso crescente della Francigena come via di commercio portò a un eccezionale sviluppo di molti centri lungo il percorso. 
La Via divenne strategica per trasportare verso i mercati del nord Europa le merci provenienti dall’oriente (seta, spezie) e scambiarli, in genere nelle fiere della Champagne, con i panni di Fiandra e di Brabante. Nel XIII secolo i traffici commerciali crebbero a tal punto che si svilupparono numerosi tracciati alternativi alla Via Francigena che, quindi, perse la sua caratteristica di unicità e si frazionò in numerosi itinerari di collegamento tra il nord e Roma.
Tanto che il nome cambiò in Romea, non essendo più unica l’origine, ma la destinazione. Inoltre la crescente importanza di Firenze e dei centri della Valle dell’Arno spostò a Oriente i percorsi, fino a quando la direttrice Bologna-Firenze relegò il Passo della Cisa a una funzione puramente locale, decretando la fine dell’antico percorso.

 

TAPPA 23 - DA PONTREMOLI AD AULLA

 

  • Partenza
Pontremoli, Piazza della Repubblica
  • Arrivo
Aulla, Abbazia di S. Caprasio
  • Lunghezza totale
32.3 km
  • Come arrivare

Linea FS Parma-La Spezia, stazione Pontremoli


Una tappa impegnativa e molto interessante: gradevolissimi gli antichi borghi attraversati durante il cammino: Ponticello, Filattiera, Filetto, Villafranca e Virgoletta. Da non perdere la visita alla Pieve di Sorano.

Prestare attenzione al traffico intenso nel tratto di Statale 62 tra Terrarossa e Ponte Taverone in entrata ad Aulla.

 

Per Informazioni:   https://www.viefrancigene.org/it/resource/statictrack/tappa-23-da-pontremoli-ad-aulla/





 

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